Neurodance

Verifica neuro-scientifica sui linguaggi della performance e della danza – Università degli Studi di Torino

Gruppo di ricerca: Alessandro Pontremoli, Edoardo Giovanni Carlotti, Rosalba Morese, Andrea Zardi, Maria Consuelo Valentini, Antonio Pizzo.

Il Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) Per-formare il sociale punta alla definizione di uno statuto scientifico autonomo delle pratiche del teatro sociale, sia all’interno del più ampio spettro delle performing arts, sia come risorsa per i settori socio-sanitari e socio-educativi. Ogni fase di indagine     (mappatura, definizione del modello, verifica applicata sul campo, validazione) viene realizzata in dialogo tra i 5 atenei coinvolti (Università di Genova, Torino, Pavia, La Sapienza di Roma e Università Cattolica di Milano) e con la rete internazionale di atenei ad essi connessa (oltre 10 istituzioni di ricerca, europee e non). L’unità relativa all’ateneo di Torino (Dipartimento di Studi Umanistici) si occupa nello specifico di attività sperimentali sviluppate come studio pilota e inserite in un ambito di ricerche neuroscientifiche inerenti le proprietà e funzioni del MNS (Mirror Neurons System) in soggetti umani.

Fotogrammi di alcuni movimenti visionati all’interno della macchina 3-tesla

La collaborazione fra l’Università di Torino, il Comitato di bioetica e il NIT (Neuroscience Institute of Turin) ha consentito di iniziare una ricerca volta a verificare la correlazione fra la visione della danza e le attivazioni neurali dello spettatore, nello specifico un approfondimento sulle differenze fra attivazioni alla visione di movimenti di danza accademica, danza contemporanea e gesti più connessi alla quotidianità con un gruppo di soggetti privi di esperienza nella danza e un gruppo di danzatori professionisti di formazione prevalentemente accademica.

Questo ambito di indagine, a seguito di queste attività sperimentali recentemente sviluppate come studio pilota, ha contribuito ad approfondire le conoscenze sulle proprietà e funzioni del MNS (Sistema dei Neuroni Specchio) in soggetti umani, il rapporto tra acquisizione di elementi e strutture dei linguaggi performativi e modificazioni nelle aree cerebrali, deputate in primo luogo alla pianificazione e all’esecuzione di atti motorii, ma coinvolte anche nell’elaborazione delle sensazioni propriocettive e nella codifica/decodifica dei segnali corporei su cui si stabiliscono e si potenziano le relazioni sociali (linguaggio non verbale e comunicazione empatica).

In sintonia con le acquisizioni testimoniate in letteratura — e in congruenza con le possibilità delle metodologie sperimentali utilizzate — la ricerca è avanzata sull’analisi (principalmente attraverso tecniche di brain imaging) dell’attivazione cerebrale conseguente alla percezione delle strutture basiche del linguaggio performativo, allo scopo di individuare, in relazione al diverso grado di expertise dei soggetti coinvolti, l’entità delle modificazioni che il training specifico in tali linguaggi può apportare, a partire dal livello cerebrale, alla condizione psicofisica individuale.

L’unità si è occupata inoltre di elaborare un primo survey delle teorie e delle pratiche che mettono in relazione l’acquisizione di abilità (anche ‘passive’) relative ai linguaggi performativi e la condizione psicofisica individuale.

Risultati

Le attivazioni più specifiche nei soggetti di controllo – senza esperienza di danza – si sono verificate nell’area tegmentale ventrale (VTA) dedicata al piacere, alla motivazione e dipendenza: si nota quindi un’attenzione gratificante nell’osservazione della danza, in particolar modo accademica e minore con la danza contemporanea, legata quindi alla percezione di simmetria, razionalità, verticalità e focus. Quest’area sottocorticale è legata a un piacere ancestrale, quindi emozionale.

Le attivazioni nei soggetti danzatori sono più evidenti nelle aree motorie di destra, legate alla percezione del movimento: questo indica una stimolazione della plasticità neuronale, un processo di identificazione sia fisico che sensitivo. Questo tipo di comprensione è propria di chi ha esperienza di quello specifico movimento, in un’identificazione totale e all’interno di un incremento delle capacità di propriocezione.

La scarsa attivazione di queste aree con i movimenti di danza contemporanea può essere imputabile alla particolare natura della stessa: lo spettatore della contemporaneità sente la necessità di percepire questi movimenti all’interno di una cornice drammaturgica costruita in uno spazio e in un tempo dilatati, uscendo dall’immaginario convenzionale della danza, ben presente nella cultura occidentale.

Pubblicazioni:

Zardi Andrea, La   percezione   del   corpo   in   scena   e   lo   spettatore.  Un   approccio neuro-scientifico. Mimesis Journal, 7,1 | 2018

Morese Rosalba (2019). Neuroni a specchio e arte – Simposio medico della Settimana del Cervello. 14 marzo, Lugano.

Sara Palermo, Rosalba Morese, Maurizio Zibetti, Mario Stanziano, Alessandro Piero Mario Pontremoli, Alberto Romagnolo, Giovanni Carlotti, Andrea Zardi, Maria Consuelo Valentini, Leonardo Lopiano. What happens when I watch a ballet? Preliminary fMRI findings on somatosensory empathy in Parkinson Disease – Parkinsonism and Related Disorders (2018, in submission).

Morese, Palermo, Pontremoli, Carlotti, Zardi, Valentini, Fogassi, The pleasure of watching classical ballet: a fMRI study, Scientific Reports, submitted.